Nei: perché è importante controllarli?

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Dic

Alzi la mano chi conosce l’esistenza di un linguaggio e di una storia dei nei. Oggi la cultura della prevenzione ci suggerisce di prestare attenzione, ma non per i motivi che erano considerati importanti un tempo.

Nel corso della Storia, infatti, attorno ad un semplice puntino sulla pelle sono state create credenze e storie in grado di influenzare l’opinione comune. Nel Medioevo, ad esempio, avere uno neo era spesso interpretato come presagio di sventura, poiché ricondotto ad un probabile segno del diavolo. Nell’Europa del 1600, poi, trovò terreno fertile la teoria del medico e filosofo Girolamo Cardano, che ebbe l’intuizione di associare le varie parti del corpo umano ai pianeti e alle costellazioni dello zodiaco, sostenendo che la posizione, la forma, la grandezza ed il colore dei nei sul viso di una persona potessero essere indicatori del suo carattere e del suo destino. Un secolo più tardi, nel 1700, il neo divenne “il complemento” per eccellenza del make up non solo delle donne, ma anche degli uomini: il neo era diventato, nel giro di poco tempo, uno status symbol, sinonimo di fascino, potere e bellezza.

Oggi, fortunatamente, ogni superstizione e credenza in merito è stata stigmatizzata e si è diffuso, invece, un generale interesse attorno alla salute dei nei. Ognuno di noi ha sulla propria pelle almeno un neo: piatto o sporgente, liscio o ruvido, di forma tondeggiante, generalmente dai contorni definiti; qualcuno è presente fin dalla nascita, altri compaiono durante l’arco della vita, con un colore che può variare dal marrone chiaro al nero.

Ma cos’è, tecnicamente, un neo? Il nevo, comunemente detto neo, è una comune macchia della pelle provocata dall’accumulo in un determinato punto di melanociti, le cellule che producono la melanina, pigmento responsabile del colore della pelle e dell’abbronzatura. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di formazioni benigne il cui aumento, in numero o dimensione, è da considerarsi un fenomeno del tutto naturale nella maggior parte dei casi.

In alcuni casi, però, una produzione e proliferazione eccessiva ed errata di melanociti può causare l’evoluzione del neo in melanoma.

Fattori di rischio sono l’immunosoppressione, la presenza di molteplici precedenti lesioni cutanee, l’uso di contraccettivi orali, l’esposizione ai raggi UV e la carnagione chiara, più sensibile.

Il melanoma è una tipologia di tumore che ha una frequenza di incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini, con un’età che può variare dai 35 ai 65 anni. È, dunque, opportuno, monitorare periodicamente in questa fascia di età l’aspetto dei propri nei. Come? Applicando la regola ABCDE, che consiste nel sottoporre all’attenzione del medico un neo che dovesse presentare una o più delle seguenti caratteristiche: Asimmetria; Bordi irregolari; Colore non omogeneo; Dimensioni superiori a 5 mm; Evoluzione nel tempo.

Anche sottoporsi periodicamente ad una visita dermatologica è importante: lo specialista può rendersi conto di eventuali alterazioni e attuare l’opportuno protocollo.

Aver cura della nostra salute passa anche dai nostri nei. Per ulteriori approfondimenti rinviamo alla pagina dedicata del sito del dottor Di Candia.

 
(di Mario Maffei)